È Raffaello Borghini che cita per la prima volta l’opera, che va quindi collocata prima del 1584, data del suo scritto il riposo. Sempre dalla stessa Fonte sappiamo che per la Badia di San Fedele, il Poppi eseguì anche un’altra tavola raffigurante la Madonna del Rosario, oggi perduta. Una guida ottocentesca ci informa inoltre che nella chiesa si trovava anche un terzo dipinto del Morandini con una assunzione, oggi non più conservata (eseguita evidentemente dopo il 1584). La conferma di tale notizia è una preziosa indicazione sulla datazione di questo dipinto, l’unico rimasto tra quelli citati, viene da un carteggio, collocabile alla metà del settimo decennio, tenuto dallo stesso artista durante un suo soggiorno nel luogo Natale con il suo protettore e benefattore Vincenzo Borghini, spedalingo degli innocenti di Firenze. in una lettera data a 12 novembre 1575 si legge infatti “ hO quasi finito la tavola a’ Frati e ho mesticato una tavola per una compagnia e ho fatto la scritta con un altro qui della terra d’una altra che va in Badia, il pezzo, medesimo dell’altra, cioè scudi settanta. E ho disegnato un rosario” . il soggetto del dipinto non è specificato Tuttavia, per esclusione, È probabile che si allude proprio a questo Martirio di San Giovanni Evangelista. Come si legge da un’epigrafe ancora esistente, L’opera è stata eseguita per l’altare del transetto destro, dove è attualmente, eretto nel 1581 da Torello laPucci e dalla moglie Fiorentina Caterina caietani. Sopra la tavola era L’ovato in stucco con dentro una Sant’Agnese, pure attribuito al Morandini, ancora visibile. al tempo in cui inizia il dipinto Oltre alle commissioni procuratevi dal suo protettore Vincenzo Borghini legate all’ospedale degli innocenti, il Poppi (poco più che trentenne) ha già al suo attivo la partecipazione agli apparati decorativi per le nozze di Francesco I del 1565 nell’ambito della Bottega Del Vasari, l’esecuzione del soffitto dello studiolo del principe in collaborazione con lo zucchi e i dipinti con la fonderia dei bronzi e Alessandro che dona campaspe ad Apelle tra il 1570 e 1571 per lo studiolo di Francesco I. in questo martirio, dove la tradizione vuole che Il Morandini nel trio femminile sulla destra abbia effigiato le sorelle e la madre, rievoca l’iconografia ideata dal Bartolomaus spranger nel dipinto di egual soggetto per la chiesa di San Giovanni a Porta a Latina a Roma ,degli inizi degli anni settanta e, nella costruzione della scena, il modello diagonale del Martirio di San Lorenzo che Girolamo Macchietti fece nel 1573 per Santa Maria Novella a Firenze. lo stile del Poppi a questa data è dunque già indirizzato verso le movenze formali e astratte del Manierismo internazionale caratterizzato da una pittura fluida e sfaldata e dà Cangiantismi cromatici “più vicini al Salviati della Sala dell’udienza che alla nuova veneteggiante lucidità pittorica e narrativa del Macchietti”. del Morandini rimangono a Poppi nella propositura di San Marco la deposizione nel Sepolcro e la pentecoste, in quella delle monache camaldolesi (o dell’annunciazione), un dipinto di ugual soggetto, e due tavole con Sant’Agostino vescovo e San Gregorio Papa (fonte: Artusca – Percorsi dell’Arte).