Il nostro progetto

Con la collaborazione del Comune di Poppi, della Proloco Centro Storico Poppi e dell’istituto scolastico IISS Galileo Galilei, abbiamo raccolto le informazioni riguardanti le principali attrazioni turistiche del centro storico di Poppi.

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Inquadra il qr-code con l’apposita app e ottieni tutte le informazioni sulle principali attrazioni del nostro paese. Un testo e un’audio-guida ti guideranno attraverso le antiche vie del borgo di Poppi.

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Castello di Poppi

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Chiesa della Madonna del Morbo

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Badia San Fedele

Lasciati guidare dalla Mappa interattiva

Per ogni attrazione troverai le indicazioni verso altri punti di interesse nelle vicinanze

All’interno di ogni pagina web troverai una mappa con degli “hotspot” che ti guideranno verso altri punti di interesse nelle vicinanze. In prossimità dell’attrazione turistica troverai sempre un qr-code da scansionare con tante nuove informazioni.

Qui di seguito alcune cose da non perdere nella tua visita a Poppi.

Badia San Fedele e San Torello

La storia della Badia di San Fedele di Poppi in realtà comincia a Strumi: è lì che le fonti scritte attestano l’esistenza del monastero di San Fedele a partire dal 992. Presso il monastero fondato dai conti Guidi è attestato anche il loro più antico castello casentinese a partire dal 1029.

Pochi anni dopo il trasferimento sul colle di Poppi del castello, anche il monastero inizia il suo trasferimento intorno al 1189. L’abate Rodolfo II, eletto nel 1195, è il primo ad essere definito, in un documento del 1197, «abbas S. Fidelis de Puppio». Il trasferimento deve essersi concluso negli anni ’60 del Duecento, quando il monastero poppese viene incluso nell’ampliamento del circuito murario e Strumi viene definitivamente abbandonata.

Chiesa di San Marco e San Lorenzo

La Propositura dei Santi Marco e Lorenzo ha due titolari poiché nasce dall’unione di due antiche chiese del paese: all’originaria pieve di San Marco del secolo XIII fu aggregata nel 1784 la prioria di San Lorenzo, di origini ancora più antiche e ora sconsacrata.

La rifondazione settecentesca ha modificato l’aspetto originario dell’edificio sia internamente che esternamente con intonacature e decorazioni a stucco.

La semplice facciata è preceduta in corrispondenza del portale da una simmetrica scala settecentesca che segue il pendio del terreno, ma precedentemente aveva un portico esterno ed archi testimoniato da vedute seicentesche.

L’interno dell’edificio è caratterizzato da un impianto a unica navata, scandito da lesene di ordine composito e coperto con volta a botte, interrotta dalla presenza di sei fasce.

Le quattro cappelle laterali mostrano altari di gusto tardobarocco ed ospitano importanti opere pittoriche di Francesco Morandini detto il Poppi e Jacopo Ligozzi.

Oratorio della Madonna del Morbo

Davanti alla Chiesa di San Marco e San Lorenzo, al centro del borgo di Poppi,  è situato l’Oratorio della Madonna del Morbo, meglio conosciuto come la Chiesa della Madonna del Morbo

La Chiesa fu realizzata tra il 1651 e il 1659 su progetto del medico poppese Francesco Folli, in onore della Madonna che aveva protetto il popolo di Poppi dalla peste scoppiata nelle zone limitrofe. La stessa peste, quella del 1628, descritta da Alessandro Manzoni nel Romanzo storico “I Promessi Sposi”.

L’oratorio, come si può vedere dallo Statuto,  è “di proprietà del popolo di Poppi”, in quanto venne realizzato a spese della popolazione che intendeva, in questo modo, ringraziare la Madonna per aver salvato la popolazione poppese dalla malattia.

La Biblioteca del Castello

Il 1 dicembre 1825 il Conte cavaliere Fabrizio Rilli-Orsini aveva lasciato al Comune di Poppi la proprietà della Biblioteca di famiglia, formata da 9.000 volumi e 200 manoscritti. L’originale del documento di donazione si trova nell’Archivio notarile di Firenze; da esso si ricava che, oltre ai libri, il Comune ricevette anche la proprietà di tre stanze della casa del Rilli, dove erano custoditi i volumi.

Nel 1866 un altro cittadino, Soldano Soldani, donava la sua biblioteca privata al Comune, imitando l’esempio del Rilli ed accrescendo in tal modo il materiale di studio della Rilliana.

Nello stesso anno venivano devolute al Comune di Poppi le librerie del Convento e del Sacro Eremo di Camaldoli e quella dei Frati Cappuccini.

Castello dei Conti Guidi

Visibile da gran parte del territorio casentinese, l’imponente Castello dei conti Guidi, oltre ad essere il simbolo del paese di Poppi, è uno dei monumenti più rappresentativi dell’intera vallata.

L’edificio è stato costruito a partire dal 1274 per volontà del conte Simone Guidi e di suo figlio Guido che lo completò.  Era una sorta di castello nel castello, un cassero di fronte al cassero originario del primo castello, che è attestato nella documentazione scritta nel 1169. Questo nuovo cassero ha forme ibride che lo rendono simile ad un palazzo cittadino e la cosa potrebbe non essere casuale: fu costruito con capitali fiorentini, dopo  il passaggio del conte Simone alla compagine guelfa, all’interno del castello controllato dal fratello Guido Novello ghibellino. Anche l’architetto, un certo maestro Lapo, aveva legami con l’ambito fiorentino e con Arnolfo di Cambio, cosa che consente al Vasari di ipotizzare che il castello di Poppi sia stato una sorta di prototipo per la costruzione di Palazzo Vecchio a Firenze.

Dante Alighieri e la battaglia di Campaldino

La “Colonna di Dante”, ai piedi del colle di Poppi in Casentino, è nella Piana di Campaldino; dove l’11 giugno del 1289 si combatté l’omonima battaglia tra i Guelfi fiorentini e i Ghibellini aretini, a cui partecipò Dante Alighieri, come cavaliere guelfo.

Il Sommo Poeta cita Campaldino nel Purgatorio, canto V (vv.91 – 99) (vv.124 – 129) quando incontra Bonconte da Montefeltro, morto nella battaglia, che interroga sulla misteriosa sparizione del suo corpo.

Bonconte, nella sua spiegazione, ci conduce in giro per vari luoghi del Casentino citando il torrente Archiano, la sua sorgente nell’appennino sopra l’Eremo di Camaldoli e la sua confluenza nell’Arno.

La Torre dei diavoli e la leggenda di Matelda

La Torre dei Diavoli era la torre principale del primo castello di Poppi (1169) e, come spesso accade per luoghi o monumenti importanti che hanno perso poi la propria funzione, ha visto nascere  in cambio una leggenda, che è indice dell’importanza perduta.

La protagonista della leggenda è Matelda detta Telda. Rimasta vedova e cacciata dal Castello dove viveva, si ritrovò abbandonata dall’altra parte del Pratello, nei resti del cassero del primo castello e della sua torre.

Era ancora giovane e bella e trovò il modo di occupare le noiose e solitarie giornate chiamando in torre i giovani che passavano sotto la sua finestra. Trascorsa con loro la notte, non voleva però rischiare che si spargessero voci su di lei e quindi l’indomani si sbarazzava dell’amante attraverso un trabocchetto che si trovava lungo il percorso di uscita.

Porta a Fronzola o di Santi di Cascese

Porta a Fronzola, chiamata oggi anche porta “Santi di Cascese”, è una delle porte che consentono l’accesso al paese di Poppi, uno dei borghi più belli d’Italia, nell’alta valle del Casentino in provincia di Arezzo. Fu edificata nel 1261 nella parte sud del paese, nell’attuale piazza Antonio Gramsci.

Da questa Porta era possibile raggiungere un’altra collina, distante circa quattro chilometri dal paese, che portava al castello di Fronzola, che ad oggi consta solo di pochi ruderi. La porta costituiva probabilmente l’accesso preferito per entrare in paese, con carri e carretti, data la minor pendenza della strada che portava direttamente al centro cittadino. Per tale ragione era anche predisposta per la difesa: ai suoi fianchi vi erano due torri poligonali con un camminamento che le univa, passando sopra la porta.

La struttura muraria è ancora oggi composta da pietre che formano un arco a tutto sesto. Da questa porta è possibile ammirare il panorama, che offre scorci suggestivi sulla vallata casentinese, ed è possibile vedere anche la cittadina di Bibbiena.

Porta Porrena

Altro importante accesso fortificato nelle mura di cinta duecentesche di Poppi è Porta a Porrena, sul lato ovest di queste.
La porta venne costruita dai fratelli Guido Novello e Simone dei conti Guidi, probabilmente in realtà da Simone, anche a nome di Guido Novello che in quell’anno era podestà di Firenze.

L’anno è il 1262 e lo si può leggere nell’epigrafe a destra dell’arco, che si presenta a tutto sesto nella parte inferiore della ghiera e a sesto acuto in quella superiore.

Il Monumento ai caduti 1° guerra mondiale

Ugo Tarchi, architetto e storico dell’arte fiorentino, realizzò un imponente mausoleo che si erge ai piedi del Castello dei Conti Guidi e volge il suo sguardo sulla pianura di Campaldino, dove Dante Alighieri combatté nel 1289.

Il Monumento ai caduti venne eretto in onore dei giovani caduti che combatterono nella Prima Guerra Mondiale contro l’esercito austro-ungarico.

Il committente del Monumento fu Francesco Gatteschi e l’opera venne edificata tra il 1927 e il 1937.

Il 12 giugno 1938 il Monumento venne inaugurato con una cerimonia, presieduta dalle più alte cariche della gerarchia fascista aretina.